"L’inquisitore - Il filo del potere": tra leggenda e magia oscura
Non tutte le storie nascono dalla fantasia. Alcune hanno radici profonde, che affondano nella terra in cui viviamo e nelle tradizioni che ci sono state tramandate. L’inquisitore - Il filo del potere prende vita da una leggenda del pordenonese, una storia tanto antica quanto potente, che parla di sacrificio, riconoscenza e del legame invisibile che unisce le generazioni.
La maschera del giudice: giustizia o ambizione?
Jacopo de Varlungo non è solo un inquisitore: è un uomo che si nasconde dietro la maschera del giudice. Con il peso della legge divina sulle sue spalle, Jacopo appare come il simbolo della giustizia, un faro di ordine e moralità in un villaggio avvolto da superstizione e paura.
Ma quella maschera non è altro che una facciata. Sotto di essa si cela un’anima corrotta, guidata non dalla legge, ma dall’ambizione. La maschera non serve a proteggere gli altri, ma a nascondere se stesso: le sue vere motivazioni, i suoi desideri, il suo bisogno di controllo.
Jacopo usa la legge come un’arma, manipolandola per piegare gli innocenti al suo volere. È l’inquisitore e il carnefice, il giudice e il condannato. La sua sete di potere lo conduce a sfruttare il gomitolo, un simbolo di speranza, trasformandolo in un mezzo di oppressione.
La leggenda del gomitolo infinito
La storia prende ispirazione da un’antica leggenda del pordenonese, in cui una madre, aiutando una salamandra in difficoltà, riceve in dono un gomitolo di lana che non finisce mai. Questo filo magico, simbolo di sapere e tradizione, veniva tramandato di generazione in generazione, unendo villaggi e comunità.
Nel racconto, il gomitolo diventa il fulcro della trama, un oggetto intriso di magia e significati profondi, capace di trasformarsi in benedizione o maledizione a seconda delle mani che lo custodiscono.
Le donne: custodi del vero significato del gomitolo
Come nella leggenda, anche in questo racconto le donne sono le custodi della speranza e della tradizione. Maria e Giovanna, madre e figlia, incarnano la forza di chi resiste all’oppressione, di chi cerca di riportare il gomitolo al suo significato originario.
Maria è il sacrificio, l’amore di una madre che non si arrende di fronte alle ingiustizie. Giovanna, invece, è la forza del cambiamento, delle nuove generazioni che sfidano il passato e lottano per un futuro diverso.
Un cerchio che si chiude: le quattro province e un nuovo inizio
Con L’inquisitore - Il filo del potere , si chiude un ciclo di storie che ha attraversato le province del Friuli Venezia Giulia:
- La dama bianca per Gorizia, una storia di avarizia e maledizione.
- Il rintocco eterno per Udine, una lotta per l’anima e la memoria.
- San Giusto per Trieste, una battaglia tra giustizia e vendetta.
Ma ogni fine è anche un nuovo inizio. Sullo sfondo di questa storia, si intravede un personaggio enigmatico, pronto a guidare le prossime avventure. E, tra le ombre, emerge una figura silenziosa ma potente: l’agana , che osserva come un filo invisibile che tiene insieme il passato e il futuro.
Scopri il racconto
Se questa leggenda ti ha affascinato, immagina quanto potrà emozionarti la storia di Jacopo, Maria e Giovanna. L’inquisitore - Il filo del potere è un racconto che intreccia tradizione e fantasia, luce e oscurità, e ti aspetta per farti vivere un viaggio indimenticabile.
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Non lasciarti sfuggire l’occasione di immergerti in questa storia unica. Il gomitolo è passato nelle tue mani. La domanda è: che cosa farai con esso?
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