Cupi Inganni: Il Dramma dell'Amore Tradito

 Nella remota e maestosa cornice del castello di Polcenigo, viveva un cavaliere dal cuore afflitto. Era noto a tutti per la sua gentilezza e il suo coraggio in battaglia, ma il suo spirito era offuscato da un amore non corrisposto. L'amore che provava per sua moglie, una donna di rara bellezza e fascino, bruciava dentro di lui con un'intensità travolgente. Tuttavia, nonostante le sue dimostrazioni di affetto, il cuore di lei sembrava rimanere impenetrabile, e il cavaliere era intrappolato in una spirale di malinconia.

 

 

Per cercare di soffocare il dolore che lo avvolgeva, il cavaliere trascorreva intere giornate a caccia immerso nella natura selvaggia. I boschi circostanti al castello erano il suo rifugio segreto, dove poteva sfogare le sue emozioni e cercare qualche forma di consolazione. Qui, tra gli alberi maestosi e i ruscelli gorgoglianti, trovava momentaneo sollievo dalla sua tormentata mente.

Un giorno, mentre si trovava in una delle sue incursioni nei boschi, il cielo si scurì improvvisamente. Il ruggito del tuono echeggiò attraverso la foresta, annunciando l'arrivo di una tempesta imminente. Le nuvole grigie si addensarono, e la pioggia iniziò a cadere con forza. Il cavaliere si trovava lontano dal castello e cercò disperatamente un riparo dalla furia della tempesta.

In mezzo alla pioggia battente e al vento ululante, riuscì finalmente a scorgere una luce flebile che brillava attraverso la nebbia. Si diresse verso quella luce, e presto si trovò di fronte a una modesta casa. Bagnato fradicio e tremante dal freddo, bussò alla porta sperando di trovare rifugio temporaneo.

La porta si aprì lentamente, rivelando il volto di un boscaiolo con occhi gentili e un sorriso accogliente. Dietro di lui, la moglie del boscaiolo stava cercando di tranquillizzare i suoi due vivaci figli, che sembravano incuriositi dalla presenza del cavaliere. Ma ciò che catturò davvero l'attenzione del cavaliere fu la figura eterea di una giovane donna con capelli color dell'oro che emanava un'aura di pura bellezza e innocenza.

Era Mafalda, la figliola del boscaiolo, con i suoi capelli dorati che sembravano brillare anche nei giorni più cupi. I suoi occhi riflettevano il calore del fuoco e il candore della neve, e il cavaliere rimase incantato da quella visione. Quella brevissima ma intensa istantanea fu sufficiente per far sì che il cuore del cavaliere, un tempo gravato da tristezza e dolore, iniziasse a battere con una nuova speranza d’amore.

Tuttavia, il cavaliere non poteva sapere che questa scintilla di amore avrebbe scatenato una serie di eventi che avrebbero sconvolto la sua vita e quella di coloro che lo circondavano.

Il cavaliere iniziò a pensare all'incontro con Mafalda. L'immagine dei suoi capelli dorati e del suo sorriso gentile lo perseguitava costantemente, e il suo cuore non conosceva pace. Ogni giorno che passava, il legame tra il cavaliere e Mafalda cresceva sempre di più, alimentando un amore che sembrava irrefrenabile.

Con il passare del tempo, il cavaliere divenne un ospite sempre più frequente nella casa del boscaiolo. Ogni visita gli offriva l'opportunità di osservare Mafalda da vicino, e ogni parola scambiata tra di loro faceva crescere la sua affezione per lei. Era innamorato della sua dolcezza, della sua gentilezza e della sua bellezza senza pari.

Non passò molto tempo prima che Mafalda rimanesse incinta del cavaliere, portando una nuova luce di speranza nelle loro vite. La gioia del cavaliere era incontenibile, e il suo amore per Mafalda sembrava crescere ancora di più, se ciò fosse stato possibile.

Tuttavia, mentre il cavaliere e Mafalda sognavano un futuro insieme, l'oscurità stava per gettare la sua ombra. La castellana, moglie del cavaliere, venne a conoscenza dell'infante in arrivo e della sua connessione con Mafalda. Invasa da un feroce furore e dalla gelosia, decise di cercare aiuto da fonti oscure per ottenere vendetta.

Sentì parlare di una strega temuta e potente chiamata la Maga di Cercivento. Era conosciuta per le sue arti oscure e il suo potere sovrannaturale. La castellana fece un viaggio per raggiungere la dimora della strega, chiedendo consiglio e un modo per annientare il legame tra il cavaliere e Mafalda.

La Maga, avvolta da un'aura di mistero e malevolenza, ascoltò la richiesta della castellana. Con occhi che sembravano scrutare l'anima, la Maga le offrì una spilla d'oro e un unguento velenosissimo, entrambi doni oscuri della sua arte. L'unguento, preparato nella notte di Sabba, aveva il potere di infliggere dolore e sofferenza irreparabile.

Con l'oscura spilla in mano e l'unguento velenoso tra le sue dita, la castellana si preparò a compiere la sua vendetta. Aveva in serbo un piano malvagio per separare il cavaliere da Mafalda e distruggere la loro felicità appena scoperta.

La nascita del bambino portò una luce di speranza e gioia nei giorni tristi del cavaliere. Mafalda, con il suo sorriso radiante e gli occhi colmi di amore materno, accolse il piccolo nella sua vita con un'intensità commovente. Il suo bambino era una promessa di nuovi inizi e di un amore che sembrava capace di superare qualsiasi ostacolo.

Mafalda, con le mani gentili e amorevoli, accarezzò il viso del suo bambino e gli sussurrò dolci parole di benvenuto. Sentiva una connessione profonda con lui, come se il suo amore potesse proteggerlo da qualsiasi male. Il cavaliere, quando vide per la prima volta il suo bambino, fu pervaso da un sentimento di stupore e meraviglia. Vedeva in quel piccolo essere la fusione dei loro cuori e delle loro anime, un'incarnazione tangibile del loro amore proibito.

Ma mentre la gioia e la speranza sembravano avvolgere la nascita del bambino, le tenebre si stagliavano all'orizzonte. La castellana, consumata dalla gelosia e dalla malvagità, aveva già intessuto il suo piano oscuro per separare il cavaliere da Mafalda e distruggere la loro felicità nascente.

Così la castellana mise in atto il suo oscuro piano. Un giorno, approfittando dell'assenza del cavaliere, si infiltrò segretamente nella casa del boscaiolo. Con il cuore carico di malevolenza, si avvicinò al piccolo infante che dormiva serenamente nella culla.

Con mano tremante, la castellana prese l'unguento velenoso donatole dalla Maga di Cercivento e lo applicò pungendo l'orecchio dell'innocente bambino. Più tardi quel giorno, quando Mafalda si avvicinò alla culla non sentendo il bimbo piangere, con il cuore gonfio di speranza e timore, le sue mani tremanti toccarono il corpo esanime del piccolo. L'angoscia che le attraversò il viso era palpabile, e un pianto straziante riempì la stanza. La promessa di vita e di felicità era stata spezzata dal tradimento oscuro della castellana, lasciando Mafalda immersa in un abisso di dolore.

Mentre il pianto di Mafalda risuonava attraverso la casa, il cavaliere giunse al suo fianco. La vista del bambino senza vita colpì il suo cuore come una lama tagliente. Le lacrime scivolavano silenziose dai suoi occhi, in un lamento muto per la vita che era stata tolta così crudelmente.

La rabbia del cavaliere si tramutò rapidamente in una determinazione feroce. Aveva capito il tradimento e l'inganno orchestrati dalla castellana. Era giunto il momento della giustizia. In brevissimo tempo ritornò al castello e senza esitazione, afferrò la castellana e la spinse giù lungo il colle del castello, pronunciando parole cariche di dolore e condanna.

"Serpente che sei, che tu sia maledetta"

Le parole del cavaliere risuonarono nell'aria, e mentre le ultime sillabe sfumavano nel vento, la castellana subì una trasformazione terribile. La sua forma umana svanì, e al suo posto rimase un serpente, un simbolo vivente della sua perfidia e del tradimento che aveva seminato.

La castellana maledetta fu condannata a vagare tra erbe e cespugli, strisciando tra sassi e arbusti sul colle del castello. La sua pena era una testimonianza vivente dell'oscurità che si annidava nell'animo umano e delle conseguenze dei suoi atti malevoli.

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