Vortice Diabolico: La Notte dei Krampus
La sera era caduta su quella casa tranquilla, ma l'atmosfera era tesa. Il bambino, dai capelli scuri e gli occhi maliziosi, giocava sadicamente con i suoi giocattoli, distruggendo con gioia ogni cosa che gli capitava a tiro. I genitori, visibilmente stanchi e frustrati, guardavano impotenti il loro piccolo tiranno, incapaci di arginare la sua cattiveria.
La madre, esausta e disperata, decise che era giunto il momento di intervenire. Con voce ferma, si avvicinò al suo dispettoso figlio, cercando di raggiungere il suo cuore ormai indurito.
"Devi capire che il tuo comportamento non è accettabile", disse la madre, i suoi occhi rigati di rosso. "Domani, andremo a una sfilata di Krampus. Spero che questa esperienza possa aprirti gli occhi."
Il bambino alzò uno sguardo sprezzante verso la madre, la sua espressione denotava disinteresse e disprezzo. La madre, però, non si arrese. Voleva che suo figlio comprendesse le conseguenze delle sue azioni. Si sedette accanto a lui e cominciò a raccontare la leggenda dei Krampus e di San Nicolò.
"Immagina, figlio mio, di essere circondato da creature oscure, creature che cercano i bambini cattivi per punirli. San Nicolò, con il suo cuore generoso, premia i bambini buoni, ma i Krampus... loro sono diversi. Sono diavoli inferociti pronti a colpire chi non segue il sentiero della bontà."
La madre dipinse con parole suggestive la sfilata imminente, sperando che la minaccia implicita facesse breccia nel cuore del bambino. Ma lui, invece di mostrare timore, rideva sarcastico, sfidando apertamente la leggenda e la madre stessa.
La madre si allontanò dalla stanza, lasciando il bambino alle sue risate maliziose. Tuttavia, la speranza di un cambiamento era ancora viva nel suo cuore. La notte portava con sé la promessa di una sfilata che avrebbe dovuto far riflettere il bambino sulla sua cattiveria. Ma ciò che attendeva la famiglia il giorno successivo avrebbe superato di gran lunga ogni aspettativa.
La mattina seguente, il cielo era velato da nuvole cariche di suspense mentre la famiglia si dirigeva verso la sfilata dei Krampus. Il bambino camminava con disinteresse, il suo volto ostentava una sicurezza quasi provocatoria. Il cuore della madre, tuttavia, sperava che l'atmosfera della sfilata riuscisse a penetrare l'armatura di indifferenza del suo piccolo tiranno.
La piazza si animava con il suono di campanelli, risate e il dolce profumo di cioccolato. San Nicolò, con la sua barba folta e bianca, distribuiva dolci ai bambini buoni, mentre angeli danzavano attorno a lui. Tuttavia, seguendo San Nicolò, emergevano dai vicoli delle creature temute: i Krampus, diavoli inferociti dalla folta pelliccia nera.
Appena il sole si eclissò dietro gli edifici, San Nicolò sparì, lasciando la folla alla mercé dei Krampus. Iniziarono inseguimenti e rincorse, mentre le maschere sinistre dei diavoli osservavano i bambini con occhi senza pietà. Il bambino, per un momento, sembrò percepire un brivido lungo la schiena, ma il suo spirito ribelle lo spinse a ignorare il presagio.
La sfilata era giunta al suo apice quando il bambino, nella sua furia indomabile, si scagliò contro uno dei Krampus. Il diavolo mascherato cadde a terra, la sua maschera strappata via, rivelando un volto sanguinante e sorpreso. Il bambino non contento, si scagliò contro la maschera fracassandola. Gli altri Krampus, mascherati e inquietanti, si precipitarono per soccorrere il loro compagno ferito, la loro folta pelliccia nera sventolava nell'aria mentre cercavano di riportare l'ordine.
In mezzo alla confusione, solo uno dei Krampus rimase in disparte, osservando, ignorando completamente il compagno ferito. Questo Krampus si distingueva dagli altri per la sua presenza imponente e l'aura demoniaca che lo circondava. La maschera che portava sembrava avere vita propria, con espressioni sinistre che si muovevano fluidamente come ombre danzanti.
Il volto del Krampus demoniaco era un'opera d'arte malvagia: gli occhi neri come l'abisso irradiavano una malevolenza intensa, e un sorriso mostruoso si allargava sulla bocca, rivelando denti aguzzi come lame. La torcia che teneva in mano esaltava la sua espressione demoniaca, gettando ombre spettrali sulle caratteristiche contorte del volto. Inoltre, non portava gli stivali come tutti gli altri, sembrava invece che avesse zoccoli al posto dei piedi.
Il bambino rideva ancora quando il suo sguardo cadde su questo Krampus dalle fattezze infernali e fu colto da una strana sensazione di inquietudine. Quel diavolo mascherato sembrava essere immerso in una dimensione diversa, completamente concentrato sul bambino come se vedesse attraverso la sua maschera di ribelle incurante.
Mentre gli altri Krampus cercavano di soccorrere il compagno ferito, questo oscuro Krampus rimase immobile, fissando il bambino con uno sguardo che faceva gelare il sangue. La sua maschera dettagliata amplificava l'atmosfera demoniaca, e la bava che cadeva dai suoi denti conferiva un tocco di terrore alla scena. Mentre la sfilata si muoveva oltre, il Krampus demoniaco rimase lì, un'ombra sinistra nella mente del bambino, il cui destino sembrava essere ormai connesso a quella figura malvagia e immutabile.
Infastidito dalla mancanza di reazione, il bambino alzò il dito medio verso il Krampus, che finalmente si mosse in direzione del ragazzo con passo deciso. Tuttavia, in quell'istante, il padre lo sollevò e lo portò via, scomparendo nella folla.
La sera, il bambino rientrò a casa ancora avvolto nella sua arroganza. Aveva ignorato completamente l'esperienza della sfilata, convinto che nulla potesse toccarlo. La madre, nel frattempo, osservava con preoccupazione il suo comportamento sempre più incontrollabile.
Dopo una cena intrisa di capricci e dispetti, il bambino si ritrovò finalmente a letto. La fioca luce della luna penetrava attraverso le finestre, gettando un'atmosfera spettrale sulla stanza. Tuttavia, il silenzio della notte fu interrotto bruscamente quando, improvvisamente, la luce bluastra all'interno della stanza si trasformò in una tonalità rossastra, come se un fuoco infernale divampasse all'esterno.
Il bambino, incuriosito e al tempo stesso spaventato, si alzò e si avvicinò alla finestra. In fondo al vialetto, il Krampus demoniaco era lì in piedi, fermo, lo sguardo fisso sulla finestra del bambino. La torcia illuminava il suo volto mostruoso, ma questa volta il sorriso malefico era assente. Invece, il mostro manteneva un'aria seria mentre la bava gli colava dal volto deformato.
Un brivido corse lungo la schiena del bambino, che istintivamente si allontanò dalla finestra. Mentre cercava di convincersi che fosse solo una coincidenza, la sensazione di inquietudine cresceva in lui. Decise di fuggire dalla stanza. Corse lungo il corridoio alla ricerca dei genitori, ma quando entrò nella loro camera, la scoperta fu più terrificante di quanto avesse mai immaginato. I genitori erano scomparsi, la stanza era vuota e inquietante.
In preda al terrore, il bambino scese al piano di sotto e cercò di uscire di casa aprendo la porta. Lì, immobile oltre l'uscio, c'era il Krampus, le corna sollevate verso il cielo notturno, il volto demoniaco illuminato dalla luce delle fiamme che divoravano tutto intorno. Le case, gli alberi, le strade, tutto era avvolto nelle fiamme dell'inferno.
Il bambino cercò di urlare, ma ancora una volta, il suono gli morì in gola. In preda al panico, rientrò in casa e chiuse la porta dietro di sé. Salì le scale di corsa, tornò nella sua stanza e si nascose sotto le coperte del letto, sperando che tutto fosse solo un terribile sogno.
Ma qualcosa non andava. L'odore pungente pervase l'aria, e il ragazzo sentì come se le coperte stessero stringendolo, avvolgendolo in una morsa mortale. Tentò di muoversi, ma si rese conto che era impossibile. Alzò la testa e vide il Krampus demoniaco, non più una maschera, ma la stessa coperta che lo stava avvolgendo in una stretta mortale.
Il cuore del bambino accelerò i battiti, il respiro gli venne mozzato. Tentò disperatamente di divincolarsi, ma più si muoveva, più il mostro lo stringeva. Poi, dalla bocca del Krampus, una voce terrificante sussurrò: "Ora verrai con me, bambino cattivo..."
Il bambino si sentì perduto, cercò di urlare, ma la voce gli venne meno. Poi, spalancò gli occhi e fu improvvisamente avvolto dalla luce del giorno. Si ritrovò disteso sul suo letto, la stanza tornò alla normalità. Confuso e spaventato, il ragazzo si alzò in fretta, corse dalla camera dei genitori e li svegliò con un filo di voce: "Scusatemi se ho fatto il cattivo, non lo farò più."
I due genitori si scambiarono uno sguardo stupito, mentre il bambino cercava di comprendere se ciò che aveva vissuto fosse stato solo un terribile incubo o una strana realtà.
Commenti
Posta un commento